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IL FOCUS ED IL SUO EFFETTO COLLATERALE

Essere focalizzati significa prestare particolare attenzione a uno o comunque pochi elementi; essere adeguatamente focalizzati spesso ci avvicina all’obiettivo prefissato.

Ma altrettanto vero è che, se ci focalizziamo troppo togliendo attenzione a tutto il resto restringendo il campo visivo, stiamo automaticamente (e logicamente) allargando la nostra cecità attenzionale, che consiste in tutto ciò che non è di nostra attenzione.

Il problema della cecità attenzionale sta nel fatto che spesso contiene, o può contenere, informazioni che ci potrebbero ulteriormente avvantaggiare, a volte anche in maniera decisiva rispetto a ciò che in quel momento è sotto la nostra lente.

Come spesso accade, in medio stat virtus: sarebbe infatti opportuno essere focalizzati e contemporaneamente continuare a guardarci in giro.

Ma è possibile farlo? Provo a motivare perché per me è assolutamente fattibile.

D’altronde questo è ciò che avviene nelle squadre di tiratori scelti dove c’è lo Sniper che è il cecchino che si occupa di mantenere il focus sul bersaglio (unico elemento a cui egli presta attenzione), e poi c’è lo Spotter che invece è colui che gli guarda le spalle e quindi che presta attenzione a tutto, escluso il bersaglio. In questo modo praticamente non ci sono punti di cecità attenzionale e quindi sarà più facile arrivare all’obiettivo o perlomeno non
cadere vittime di un agguato che sfrutta i blindspots (punti di cecità).

Per chi lavora in team, anche se è formato da soli due elementi, sarebbe quindi opportuno sfruttare questo meccanismo, magari dandosi compiti a volte da sniper altre da spotter, in modo da mantenersi allenati in entrambi i ruoli, o comunque in base alle caratteristiche dei singoli componenti.

Ma per chi è solo? C’è la possibilità di ovviare comunque al problema?

Una strategia che utilizzo e che potrebbe essere utile anche a chi sta leggendo è questa:

  1. Anche durante i periodi di massima focalizzazione è opportuno prendersi delle pause, seppur brevi, dato che, contrariamente a quello che potrebbero pensare in tanti, sono i momenti più preziosi dove si ha la possibilità di ricaricare le batterie per performare ancora meglio.
  2. Durante queste pause oltre a staccare un po’ la spina, basterebbe prendersi qualche minuto per farsi una o più delle seguenti domande:
    • “A cosa sto prestando attenzione in maniera esclusiva o quasi?”
    • “Cos’è che invece sto trascurando?”
    • “A cosa non sto prestando la giusta attenzione per raggiungere il mio obiettivo?“
    • “A cosa o a chi non sto dando il giusto rilievo per risolvere quel problema?”
    • “Qual è un elemento che non ho mai considerato che invece mi potrebbe aiutare”
 
 

Questo periodico aggiustamento del mirino renderà chiaramente più difficile la cecità attenzionale e quindi si potrà mantenere una visione sempre puntuale e, al tempo stesso, allargata della situazione oggetto di interesse.

Antonio Izzi